BOTTIGLIA DI LEIDA

Invenzione di Pieter van Musschenbroeck

Bottiglia di Leida

Condensatore elettrico di forma classica, costituito da una bottiglia di vetro a collo largo, il cui interno è rivestito dal un'armatura metallica sul fondo e sulle pareti (esclusa la strozzatura formante il collo), collegata con un'asticciola metallica terminata da una pallina, mentre la parte esterna è coperta da una seconda armatura metallica, fino all'altezza di quella interna. Le lamine possono essere fatte di stagnola, e in tal caso non possono essere rimosse perché si romperebbero o almeno si deformerebbero, facendo variare le caratteristiche dell'apparecchio ; oppure di una lamina metallica di sufficiente spessore, per poterla rimuovere e rimettere in posto senza alterare la forma e quindi le caratteristiche dell'apparecchio.
Il funzionamento del condensatore si basa sul principio che le cariche elettriche di segno contrario si attirano e si fanno equilibrio; quindi, ponendo la pallina dell'asticciola a contatto con una macchina elettrostatica c tenendo in mano la bottiglia, in modo che l'armatura esterna sia a terra, l'armatura interna si carica di elettricità di un segno e quella esterna di segno contrario, che si fanno reciprocamente equilibrio.
Se ora, per mezzo di un'arco scaricatore, mettiamo a contatto le due armature, si ha una scarica elettrica, la cui intensità dipende dalla superficie delle armature e dalla costante dielettrica dell'isolante interposto.

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Bottiglia di Leida smontabile

Si può dimostrare con la Bottiglia di Leida smontabile che le cariche elettriche non sono sulle armature, ma sulle due facce del dielettrico, in questo caso sul vetro: in fatti togliendo le armature e mettendole a contatto, il che le porta allo stesso potenziale, e poi rimettendole a posto nella bottiglia, si ha ugualmente la scarica, perché le scariche di segno contrario, attirandosi, tendono ad avvicinarsi il più possibile, e quindi a disporsi sulle due facce del dielettrico, il quale non permette un maggiore avvicinamento. Le armature metalliche non hanno quindi altra funzione che quella di permettere alle cariche elettriche di distribuirsi sulla superficie del dielettrico con la quale sono a contatto.