MUSEO ELETTRICO - PERSONAGGI DELLA STORIA DELL'ENERGIA ELETTRICA


Henrich Daniel Ruhmkorff

Henrich Daniel Ruhmkorff


Henrich Daniel Ruhmkorff  nacque ad Hannover nel 1803 e morì a Parigi nel 1877.
Elettromeccanico tedesco, costruì nel 1851 il rocchetto ad induzione che da lui prese nome " Rocchetto di RuhmKorff ".
 
Qui sotto il Rocchetto di RuhmKorff e spiegazione tratta dal libro " Nozioni di Elettrotecnica " Ing. A. De-Maria -edito S.Lattes 1908.

PARTE I. -  Fondamenti scientifici dell'elettrotecnica
 
159. Rocchetto di Rhumkorff.- Questo apparecchio, che data sino da 1851, serve a trasformare la corrente continua, sfruttandola nei periodi variabili, e a basso potenziale, in corrente alternata ad elevato potenziale. Esso e basato sul principio della induzione.
Se si hanno due spirali l'una in presenza dell'altra e nell'una si fa variare la, corrente che la percorre, nell'altra si vengono a produrre variazioni di flusso e quindi delle f.e. m. indotte. Il fenomeno si presenta con effetti d'induzione tanto più sentiti quanto maggiore é l'area dei due circuiti e quanto più permeabile e il mezzo nel quale si trovano. Nella costruzione pratica del rocchetto di Rhumkorff si fanno perciò i due circuiti di molte spire che si avvolgono a spirale sopra uno stesso nucleo di ferro dolce, che viene in generale costituito da un fascio di fili isolati elettricamente fra loro con vernice isolante per evitare che le variazioni magnetiche producano in esso intense correnti di Foucault e quindi una rilevante perdita di energia. In generale si chiama circuito primario, l'induncente e secondario, l'indotto.
La formola che ci dà la f. e. m. indotta e:
   

    Il coefficiente 81C per un dato numero di spire del primario, e tanto maggiore quanto più grande e il numero delle spire del secondario. Per avere quindi agli estremi del secondario una differenza di potenziale molto elevata, occorre formare il secondario di un numero di spire molto grande e, come si vede dalla formula, cercare di avere variazioni grandi e rapidissime della corrente i nel circuito primario. Usandosi pel primario f. e. m. molto piccola (si pensi che il rocchetto di Rhumkorff fu fatto per usare la pila), per avere una intensità piuttosto elevata, conviene fare il primario di poche spire di filo grosso di rame. Come abbiamo detto, siccome la corrente nel primario deve essere variabile, così si sfruttano i periodi di apertura e chiusura del circuito a cui è applicata una f. e. m. costante servendosi di un interruttore. Dalle formole che ci dà la f. e. m. nel secondario, si vede che essa, è tanto maggiore quanto e più rapida la variazione della, corrente; occorrerà quindi che l'interruttore agisca rapidamente.
 Da quanto sopra è facile ora comprendere come dovrà essere costruito un rocchetto di Rhumkorff. Un circuito primario di poche spire di filo grosso, isolato, avvolto sopra un nucleo di ferro dolce costituito da un fascio di fili; sopra il circuito primario un circuito secondario formato da molte spire di filo sottile e accuratamente isolate, onde non succeda che fra due spire sovrapposte scocchino scintille, le quali in breve guasterebbero il rivestimento isolante e l'apparecchio non potrebbe più funzionare.
 

Fra gli interruttori più usati quello automatico a martello è il più antico: esso consiste in una lamina vibrante OVT fissata in 0, inserita nel circuito primario e che porta di fronte al nucleo  del rocchetto un pezzo di ferro dolce P (Fig. 190). Chiuso il circuito, quando la corrente passa,  il nucleo si magnetizza e la lamina viene attratta e il circuito interrotto in T; il nucleo allora si smagnetizza, e la lamina, per la sua elasticità ristabilisce il circuito: la corrente ripassa e si ripete lo stesso fatto a breve intervallo.

Fig.190

  L'interruzione del circuito avviene fra la lamina e la punta di una vite che serve a regolare l'interruttore. Siccome ad ogni interruzione si ha una scintilla nei pezzi che si distaccano, per impedire il deterioramento delle parti, la lamina porta un piccolo bottone di platino che volatilizza difficilmente e si fa la punta della vite platinata. Fig. 191.

Nella fig. 191 è rappresentato nel suo complesso un rocchetto di Rhumkorff.

Abbiamo visto che per effetto della selfinduzione, quando si chiude un circuito induttivo, come sarebbe il primario, la corrente nello stabilirsi e raggiungere il suo valore di regime impiega più tempo che nell'annullarsi all'interruzione; nella, prima curva, della fig. 192 è rappresentata la variazione della corrente primaria. La lentezza del funzionamento dell'interruttore, lascia un certo tempo perduto tra due periodi della corrente induttrice. Le variazioni della corrente primaria, producono nel nucleo delle variazioni di flusso che creano una forza elettromotrice alternativa e nel circuito secondario.
  Giova notare che se il circuito secondario fosse chiuso la corrente in esso prodotta reagirebbe sulla, induttrice e ne renderebbe la variazione più rapida di prima, come se il coefficiente di autoinduzione del primario fosse diminuito.
 Se il secondario però è interrotto, tale reazione si può ritenere nulla.
 Intanto la tangente dell'angolo che la tangente alla curva della i fa con l'asse dei tempi, è eguale a [image],quindi l'andamento della f.e.m. indotta, dipende dai valori di tale tangente.
 L'andamento delle variazioni della f.e.m. indotta nel secondario corrispondentemente a quelle del flusso, prodotte a lor volta
     Fig. 192  

(da quelle intensità nel primario, si può vedere graficamente nella, seconda curva, della fig. 192, la quale non è simmetrica rispetto l'asse dei tempi.
Essa è più irregolare, perché le scintille  si formano tra i contatti dive avviene l'interruzione, prolungano il passaggio della corrente alla rottura.
Il fenomeno poi si complica nel suo complesso maggiormente per l'isteresi nel nucleo e per l'incostanza del coefficiente £.
Essendo [image] si comprende come sia vantaggiosa ogni circostanza che diminuisca la durata della scintilla alla rottura, ad es., la grande velocità del distacco, o la grande tenacità elettrica del mezzo per cui avverrà che i due capi del primario fra i quali si ha l'interruzione, si porteranno oltre la distanza esplosiva propria delle differenze di potenziale prodotte dalla selfinduzione.

  Rocchetto di  RuhmKorff


| PERSONAGGI | STORIA | RECEPTION | MUSEO |