MUSEO ELETTRICO - PERSONAGGI DELLA STORIA DELL'ENERGIA ELETTRICA
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Alessandro Volta nacque a Como nel 1745 e qui morì nel 1827.
Di nobile famiglia, che
purtroppo nel periodo della sua nascita si trovava in un periodo di ristrettezze
economiche. Alla morte del padre, Alessandro visse in casa di uno zio canonico. Quasi
mutolo fino ai sette anni, fece poi rapidissimi progressi seguendo studi umanistici e
filosofici e poi anche di scienze fisiche. Il suo primo lavoro tiene appunto di questi
diversi indirizzi: fu un poemetto in cui si esaltavano le scoperte scientifiche del suo
tempo. Ebbe corrispondenza con gli scienziati più illustri dell'epoca e viaggiò in tutta
l' Europa; appena diciottenne, era al corrente di quanto si conosceva allora
sull'elettricità. Professore all'università di Pavia, pubblicò diverse memorie
d'elettrologia e d'aerologia. Volta è rimasto celebre per la scoperta della sua " Pila ", avvenuta nel 1799 e immediatamente
dopo, resa nota a Londra e a Parigi. Napoleone gli conferì una medaglia d'oro con onori
trionfali e lo creò senatore e poi conte. Nello stemma di famiglia figura la pila. Con la
pila fu possibile, per la prima volta, avere a disposizione una vera corrente elettrica
fluente in modo continuo in un circuito; si aprì così la strada a quelle esperienze
d'elettrologia che dovevano portare così copiosi e importanti frutti. Le famose
esperienze di Volta prendono le mosse da altre eseguite dall'anatomico Galvani, suo contemporaneo: una rana uccisa di fresco e sospesa ad
un'inferriata per mezzo di un filo di rame agganciato ai suoi nervi lombari, dava un
guizzo tutte le volte che le zampine venivano in contatto con l'inferriata. Volta confutò
le spiegazioni che del fenomeno dava il Galvani, che parlava d'elettricità animale,
osservando che perché l' esperienza riuscisse era necessario fossero presenti due metalli
diversi e interpretando i guizzi della rana semplicemente come le indicazioni di un elettroscopio.
Volta attribuì la forza elettromotrice (f.e.m.) presente nelle
esperienze, al contatto fra due metalli diversi e provò che la f.e.m. è diversa secondo
i metalli e la temperatura del giunto fra di essi, mentre non dipende dalle dimensioni del
contatto. In questo campo le prime esperienze furono fatte da Volta con l'elettroscopio
condensatore, era un elettroscopio a foglie d'oro in cui la solita pallina superiore era
sostituita da un disco con la superficie superiore verniciata, al di sopra del quale si
appoggiava un altro disco isolante. Il pregio di una disposizione del genere è quello di
mettere in evidenza cariche elettriche piccolissime quando, caricato l'elettroscopio, si
sollevi il disco superiore e quindi si riduca la capacità presentata dai due dischi
affacciati. Le esperienze venivano eseguite caricando con opportune manovre,
l'elettroscopio mediante una piccola lamina fatta saldando insieme un pezzo di zinco e uno di
rame. Le successive esperienze con la vera e propria pila dimostrano ancor meglio che il
fenomeno non aveva alcuna relazione con " l'elettricità animale ".
Di Volta si ricorda anche l'elettroforo e la "pistola", che metteva in evidenza
la violenta combinazione chimica che avviene fra opportuni gas (come l'idrogeno e
l'ossigeno in giuste proporzioni) sotto l'azione di una scintilla, in questo caso
elettrica.
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